Dopo gli studi svolti in Austria e Germania, il giovane studioso ungherese Jenö Lányi (1902-1940) giunse a Firenze nel 1932, con l’ambizioso progetto di lavorare ad una monografia su Donatello. Qui poté finalmente studiare le opere dal vero, adoperandosi anche per procurarsene una buona documentazione fotografica.
L’inadeguatezza del materiale allora disponibile lo portò presto a rivolgersi alle ditte specializzate presenti in città per commissionare specifiche riproduzioni, utilizzate anche per illustrare gli articoli pubblicati in quegli anni. Tra questi scatti, se ne riconoscono già alcuni di quelli realizzati da Malenotti, come quello del Dio Padre al centro della cuspide del tabernacolo dell’arte dei Corazzai e degli Spadai in Orsanmichele, che compare nell’articolo Tre rilievi inediti di Donatello pubblicato sulla rivista L’arte nel 1935. Anche il corposo studio sulle statue quattrocentesche della facciata del duomo e del campanile edito nello stesso anno per la Rivista d’arte si serve di un corredo fotografico fatto realizzare ad hoc da Lányi. Se nel contributo compaiono solo le figure intere, in fototeca si conservano numerosi scatti – tutti realizzati da Malenotti – che immortalano le statue, come il profeta Geremia, nei loro dettagli più minuti e con inquadrature diverse da quelle consuete, come evidente dal confronto con la foto Alinari 17023 a.
Con la tragica morte del Lányi nel 1940, annegato nel naufragio della nave diretta in Canada che doveva portare in salvo lui e la moglie dalle persecuzioni antisemite, il progetto della monografia donatelliana rimase incompiuto. La vedova Monika Mann cedette il materiale fotografico e gli appunti appartenuti al marito allo storico dell’arte Horst W. Janson, che nel suo volume del 1957 The sculpture of Donatello pubblicò 363 degli scatti realizzati da Malenotti.







